Il Disturbo Depressivo può esordire ad ogni età, con un’età media di esordio intorno ai 25 anni. Alcuni hanno episodi di depressione isolati seguiti da molti anni senza sintomi, mentre altri hanno gruppi di episodi, e altri ancora hanno episodi sempre più frequenti con l’aumentare dell’età.
Tra le possibili cause della depressione troviamo fattori di tipo psicosociale, ma anche di tipo genetico e biologico. Gli episodi del Disturbo Depressivo spesso seguono un grave evento psicosociale stressante, come la morte di una persona cara, il divorzio, il trasferimento, etc. Tra questi eventi possiamo trovare anche cambiamenti nelle condizioni lavorative o l’inizio di un nuovo tipo di lavoro, la malattia di una persona cara, gravi conflitti familiari, cambiamenti nel giro di amicizie, cambiamenti di città, etc.
Gli studi supportano l’ipotesi dell’ereditabilità della depressione, infatti i figli di genitori depressi presentano un rischio più elevato di sviluppare depressione. Tra le cause della depressione si hanno anche modificazioni a livello biologico, nella regolazione di alcune sostanze come neurotrasmettitori e ormoni.
Tali dati incoraggiano al largo uso di farmaci antidepressivi, che ormai sono diventati tra i farmaci i più impiegati nella medicina, ma purtroppo i risultati sono spesso modesti e/o temporanei. Se non si interviene con una valida psicoterapia che aiuta la persona ad acquisire strategie funzionali alla soluzione degli episodi depressivi acuti e alla prevenzione delle ricadute, è altamente probabile che il soggetto vada incontro a recidive ricorrenti.
Occorre tener presente che l’episodio depressivo non coincide con la diagnosi di depressione maggiore, perché molte persone possono avere altalenanze del tono dell’umore, più o meno marcate, fino ad arrivare al vero e proprio disturbo bipolare, di cui la depressione può essere solo un sintomo, anche se solitamente è quello più sgradito al soggetto, che chiede aiuto in queste fasi.
Vi sono poi forme particolari di disturbo depressivo, come la depressione post-partum, che hanno loro caratteristiche proprie. In ogni caso, è bene tener presente che i sintomi della depressione possono essere talvolta “mascherati”, al punto che nessuno si accorge del problema, talvolta neanche il soggetto stesso, che tende ad attribuirli a normale stanchezza, stress, nervosismo o problemi lavorativi, familiari o di coppia. E’ infatti piuttosto frequente il caso in cui la persona depressa non voglia riconoscere il proprio stato interno, che lo porta a vedere “tutto nero”, ad essere intollerante, irritabile, pessimista, nervoso, distante, ecc., e ritenga che esso sia solo la conseguenza di fattori esterni che andrebbero modificati (lavoro, coppia, denaro, figli, etc.).
Cos'è la depressione
SINTOMI
Generalmente chi soffre di depressione mostra un umore depresso, una marcata tristezza quasi quotidiana e tende a non riuscire più a provare lo stesso piacere nelle attività che provava prima. Le persone che soffrono di depressione, si sentono sempre giù, l’umore ed i pensieri sono sempre negativi. Sembra che presentino un vero e proprio dolore di vivere, che li porta a non riuscire a godersi più nulla.
Oltre a questi sintomi di depressione primari, normalmente succede che le persone che soffrono di questo disturbo ne presentino altri, quali:
- un appetito aumentato o diminuito;
- un aumento o una diminuzione del sonno;
- spesso un marcato rallentamento motorio o, al contrario, una marcata agitazione;
- una marcata affaticabilità;
- una ridotta capacità di concentrarsi;
- una tendenza molto forte ad incolparsi, a svalutarsi;
- tendenza a pensare al suicidio.
I sintomi della depressione possono manifestarsi in modo acuto (con fasi di depressione molto acute ed improvvise, che magari tendono a scomparire da sole o con una terapia) oppure costantemente, anche se in forma leggera, con alcuni improvvisi momenti di peggioramento. In tal caso si parla di distimia.
Spesso i parenti spronano chi manifesta i sintomi della depressione a reagire, a sforzarsi. Questo ovviamente in buona fede, senza rendersi conto che ciò tende a far sentire chi ne soffre ancora più in colpa.
L’atteggiamento migliore da tenere è quello di aiutare gradatamente il soggetto a riprendere le proprie attività, ad assumere un’adeguata terapia farmacologica ed intraprendere una psicoterapia.
TRATTAMENTO
Se dopo i primi due colloqui constato uno stato depressivo, ritengo opportuno somministrare il test di personalità Rorschach per valutare la gravità del disturbo depressivo e verificare la positività di eventuali ulteriori indici patologici (come disturbo ossessivo compulsivo, schizofrenia, deficit di adattamento o disturbo ipervigilante). Dopo un’attenta anamnesi della storia della depressione del paziente (casi in famiglia, quando è nata, pensieri negativi ridondanti, etc) si orienterà il percorso all’acquisizione di una buona autostima e di efficaci capacità relazionali e comunicative che porteranno ad avere una diversa percezione di sé e ad avere relazioni soddisfacenti che restituiranno un’immagine di persona capace di farsi valere.