Adolescenti

Crisi evolutive, comportamenti aggressivi o antisociali, disturbi alimentari

 

Gli adolescenti non mi hanno mai contattata personalmente. Sono stati sempre i loro genitori o educatori a chiedermi un intervento.

I ragazzi tra i 12 e i 18 anni subiscono importanti cambiamenti fisici, cognitivi, emotivi, relazionali e sentono la grande responsabilità di dover diventare adulti e la grande paura di non poter più fare i bambini. A queste forti emozioni possono reagire in tanti modi, talvolta con una sofferenza tale da coinvolgere l’intera famiglia.

Alcuni si chiudono in sé, si rifugiano nella propria stanza, davanti al computer, ascoltano musica, evitano di uscire e ricercano relazioni unicamente virtuali sui social network. Altri cominciano a comportarsi da bulli pur di appartenere ad un gruppo in cui si possano sentire accettati. Altri ancora manifestano i propri disagi sviluppando disturbi alimentari: ora si abbuffano, ora digiunano, ora vomitano. In alcuni casi accumulano una tale rabbia nei confronti dei genitori da diventare gravemente aggressivi, non solo verbalmente ma anche fisicamente, arrivando perfino a rompere oggetti in casa e a picchiare le madri e i padri. I ragazzi adolescenti spesso non si fidano dello psicologo perché hanno il pregiudizio che “dallo psicologo vanno solo i matti”… e loro certo non lo sono! Pensano che parlare sia inutile e fanno tanta fatica ad aprirsi con gli adulti. Sono spesso sulla difensiva e si rifiutano di accettare un aiuto, anche perché solitamente non vogliono darla vinta ai genitori con cui hanno un rapporto molto conflittuale.

Con quanto detto non voglio scoraggiare i genitori, anzi! Dalla mia esperienza ho constatato che anche i colloqui con i soli genitori possono essere molto efficaci e portare a delle soluzioni. Naturalmente, nei casi in cui l’adolescente si è mostrato così curioso e coraggioso da partecipare, la terapia familiare ha avuto ottimi risultati.

La crisi adolescenziale porta molta sofferenza ed io sono molto sensibile a questa tematica. Se la famiglia riesce a supportare il figlio in questo difficile passaggio, si evita, nei casi più eclatanti, di cronicizzare comportamenti del ragazzo che possono essere malsani sia per sé sia per chi vive con lui.

Per quanto riguarda il percorso psicoterapico, il mio metodo solitamente prevede un primo incontro con la persona che mi ha contattata, in assenza del ragazzo se si tratta di un genitore. Successivamente alterno colloqui familiari a colloqui con la sola coppia genitoriale o con il solo ragazzo o la ragazza. Non voglio ripetermi, ma si può innescare un cambiamento sull’adolescente se l’intera famiglia è pronta a cambiare insieme ad un figlio che sta crescendo.

Ricevo nel mio studio a Milano, Zona Porta Romana.

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