EMDR

Eye movement desensitization and reprocessing: desensibilizzazione e rielaborazione (del ricordo traumatico) attraverso il movimento oculare

L’EMDR è un metodo psicoterapico strutturato che facilita il trattamento di diverse psicopatologie e problemi legati sia ad eventi traumatici, che a esperienze più comuni ma emotivamente stressanti.

E’ un approccio psicoterapico interattivo e standardizzato, scientificamente comprovato da più di 20 studi randomizzati controllati, condotti su pazienti traumatizzati e documentato in centinaia di pubblicazioni che ne riportano l’efficacia nel trattamento di numerose psicopatologie, incluse la depressione, l’ansia, le fobie, il lutto acuto, i sintomi somatici e le dipendenze.

La parola TRAUMA etimologicamente significa “ferita dell’anima e del sé”, come qualcosa che rompe il consueto modo di vivere e vedere il mondo e che ha un impatto negativo sulla persona che lo vive.

Esistono diverse forme di esperienze potenzialmente traumatiche a cui può andare incontro una persona nel corso della vita. Esistono i “piccoli traumi” o “t”, ovvero quelle esperienze soggettivamente disturbanti che sono caratterizzate da una percezione di pericolo non particolarmente intensa. Si possono includere in questa categoria eventi come un’umiliazione subita o delle interazioni brusche con delle persone significative durante l’infanzia. Vissuti di separazioni, esperienze di mobbing, bullismo, fallimenti, bocciature, abbandoni. Accanto a questi traumi di piccola entità si collocano i traumi T, ovvero tutti quegli eventi che portano alla morte o che minacciano l’integrità fisica propria o delle persone care. A questa categoria appartengono eventi di grande portata, come ad esempio disastri naturali, abusi, incidenti etc.


Nonostante gli eventi sopra descritti riferiti alle due tipologie di trauma siano molto differenti, la ricerca scientifica ha dimostrato che le persone reagiscono, dal punto di vista emotivo, mostrando gli stessi sintomi.

Non tutte le persone che vivono un’esperienza traumatica reagiscono allo stesso modo. Le risposte subito dopo uno di questi eventi possono essere moltissime e variare dal completo recupero e il ritorno ad una vita normale in un breve periodo di tempo, fino alle reazioni più gravi, quelle che impediscono alla persona di continuare a vivere la propria vita come prima dell’evento traumatico.

Subito dopo aver vissuto un evento traumatico il nostro organismo e il nostro cervello vanno incontro ad una serie di reazioni di stress fisiologiche, che nel 70-80% dei casi tendono a risolversi naturalmente senza un intervento specialistico. Questo avviene perché l’innato meccanismo di elaborazione delle informazioni presente nel cervello di ognuno di noi è stato in grado di integrare le informazioni relative a quell’evento all’interno delle reti mnestiche del nostro cervello, rendendolo “digerito”, ricollocato in modo costruttivo e adattivo all’interno della nostra capacità di narrare l’accaduto. Ma cosa succede quando questo non avviene?


Alcune persone continuano a soffrire per un evento traumatico anche a distanza di moltissimo tempo dall’evento stesso. Spesso riportano di provare le stesse sensazioni angosciose e di non riuscire per questo motivo a condurre una vita soddisfacente dal punto di vista lavorativo e relazionale. In questi casi, quindi, il passato è presente.

Questo quadro sintomatologico, che può arrivare fino a delinearsi in un Disturbo da Stress Post-Traumatico, è caratterizzato appunto dal “rivivere” continuamente l’evento traumatico, continuando a provare tutte le emozioni, sensazioni e pensieri negativi esperiti in quel momento. E’ proprio quando ci si rende conto che le reazioni sono di questo tipo e che la sofferenza è significativa che è necessario chiedere aiuto ad uno specialista.

Spesso chi ha provato questo genere di esperienze sente che esse influenzano emotivamente la propria vita attuale al di là di tutti i possibili ragionamenti. L’EMDR risulta straordinariamente efficace nel modificare l’intensità e la qualità delle emozioni connesse con questi ricordi in modo che esse risultino più adeguate per il soggetto.

L’EMDR favorisce una naturale rielaborazione e integrazione dell’esperienza nel soggetto in modo simile a quanto avviene nella fase REM del sonno, quella in cui si sogna e che è caratterizzata da rapidi movimenti oculari spontanei.

 

Come funziona?
Concretamente l’EMDR consiste nell’individuare alcuni ricordi o immagini in qualche modo disturbanti, su cui viene effettuato un lavoro di rielaborazione. Quest’ultimo viene svolto seguendo un preciso protocollo di intervento che prevede anche una cosiddetta “stimolazione bilaterale”, che può consistere in un movimento delle dita da seguire con gli occhi o in un tamburellamento sulle ginocchia del paziente. In tutti questi casi sembrano venir stimolati in modo alternato l’emisfero destro e quello sinistro del cervello. Questa stimolazione bilaterale rappresenta sicuramente l’aspetto più particolare e suggestivo della metodologia, da cui deriva anche l’acronimo inglese EMDR, che significa “desensibilizzazione e rielaborazione attraverso movimenti oculari”. L’EMDR viene a volte confuso con l’ipnosi da cui però si differenzia nettamente perché il soggetto viene semplicemente posto nelle condizioni di seguire il proprio naturale flusso di pensieri (che in precedenza rimaneva bloccato) senza subire alcuna suggestione esterna; nell’EMDR il cliente assume quindi sempre un ruolo estremamente attivo ed è in grado di interrompere il trattamento in qualsiasi momento qualora lo desideri.


Di recente anche l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha riconosciuto in modo ufficiale l’EMDR come un trattamento particolarmente efficace per il trattamento di traumi psicologici e del disturbo post traumatico da stress. In Italia, come in tutto il resto del mondo, negli ultimi anni l’EMDR si è sempre più diffuso e viene ora utilizzato come trattamento di riferimento in molte Aziende Sanitarie Locali, Ospedali e centri d’eccellenza privati.

 

A cosa serve?

L’EMDR si è rivelato utile per il trattamento di molti disturbi come la depressione, disturbi d’ansia, attacchi di panico, disturbi alimentari, bassa autostima e problemi relazionali perché, individuata la cognizione negativa che si ha di sé (“non sono all’altezza, non valgo, sono impotente, non sono amabile, sono debole”, etc) e che sta alla base del disturbo, si cercano insieme al paziente i ricordi più antichi di episodi che hanno generato queste convinzioni negative e, attraverso l’emdr, si rielaborano  e si desensibilizzano in modo tale che la cognizione negativa legata a quel ricordo rimanga nel passato e non condizioni più nel presente. Successivamente sarà possibile ricordare cose spiacevoli del passato senza avvertire più alcun disturbo emotivo e corporeo e, soprattutto, darà la possibilità di sentirsi persone diverse rispetto ad un passato che sembra ormai molto lontano.